Gli Holes in the Ground nascono nel 2007 a Greve in Chianti da un progetto del polistrumentista Mattia Hagge che vi presta la voce, la chitarra e le tastiere. Alla batteria vi è il giovane Riccardo Marchi, che suona dalla tenera età di 6 anni. Il gruppo si esibisce nel circondario performando cover di artisti come Muse, Porcupine Tree e Pink Floyd, e distinguendosi subito nel contesto delle giovani band emergenti del luogo per uno stile che si incontra a metà fra la tecnica e l'espressività
Entra al posto del vecchio bassista Alessandro Grassi. Iniziano così a comporre brani inediti, a cui Mattia conferisce una tensione emotiva crescente grazie ai testi ricchi di dinamiche introspettive.
A causa di un trasferimento all'estero, ad Alessandro poi subentra in pianta stabile Mario Albanese. A differenza della precedente, la nuova formazione consegue subito un ottimo affiatamento, caratterizzandosi per una attenta ricerca dei suoni in studio e dell'esibizione live.
Il loro sound risente di influenze che spaziano dal Jazz al progressive rock, pur mantenendo sempre caratteristiiche tipiche del new wave. Il marchio di fabbrica degli Holes consiste nella convivenza di ritmiche ben articolate con melodie studiate su giri armonici incalzanti.
Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 sono state terminate le registrazioni ed è uscito il Demo-Ep ''schizofrenic paranoid''. Negli stessi anni Mattia ha messo su il Ground Studio per poter registrare al meglio la musica della band e gestirne l'organizzazione sul web e live.
Avvalendosi di collaboratori quali Alessio Grassi per foto e grafiche e Leonardo del Bino per video, aspettano la fine dei lavori di remixaggio per far uscire nel 2013 l'album ufficiale ''no meaning silence''.